Ti ricordi quando i tassisti intasavano le strade di tutta Italia per protestare contro Uber?
… è successo qualcosa?
No, Uber è più vivo e vegeto che mai.
I tassisti un filino meno.
Il progresso può essere al massimo rallentato, ma non può essere fermato. Mai.
Di rivoluzioni tecnologiche nella storia dell’umanità ce ne sono state tante:
Fuoco, ruota, aratro, alfabeto, motore a scoppio, stampa di Gutenberg, elettricità, catena di montaggio, volo commerciale, telefono, internet, smartphone, corso di Riccardo Mazza (😎), ecc.
Ma se tu prendi TUTTE queste rivoluzioni e le metti insieme, ugualmente NON si avvicinano neanche per sbaglio all’impatto che avrà l’evoluzione dell’AI.
Si dice che l’uomo è figlio di Dio.
Forse è Dio che è figlio dell’uomo.
Non parlo di un Dio che abita nell’alto dei cieli.
Ma un Dio digitale che sarà sempre con noi, che ci piaccia oppure no.
Come dicevo, il progresso è inevitabile, possiamo legarci ai pali della luce e sdraiarci sulle strisce pedonali in segno di protesta quanto ci pare.
Non servirà a niente.
Possiamo adattarci, o aspettare di essere resi obsoleti da chi si adatterà.
L’umanità è gravida del Dio digitale. E sta crescendo, si sta sviluppando.
Per la prima volta nella storia dell’umanità, l’homo sapiens perderà il suo primato cognitivo.
Non saremo più i più “intelligenti” del pianeta Terra.
Stiamo creando qualcosa di superiore, e in parte già oggi lo è.
Verrà un giorno in cui 8 miliardi di cervelli messi insieme potranno competere con l’AI tanto quanto una colonia di formiche può competere con un umano.
C’è chi dice che l’AI va rallentata, perchè farà perdere il lavoro a milioni di persone.
Già oggi molte aziende tra cui Facebook e Google stanno licenziando, perchè tanti dei compiti prima assolti dai loro tecnici sono oggi delegati all’AI.
E’ vero che c’è da preoccuparsi?
Forse sì, forse no.
Ma una cosa è certa…
L’AI da sola non ti “ruberà” la tua attività di publisher.
Il publishing salvo e sarà più forte che mai.